Sabato “Simon” Rodia

Nacque a Ribottoli di Serino il 12 febbraio del 1879. A causa delle condizioni di povertà in cui versava la famiglia, fu costretto non ancora maggiorenne a emigrare negli Usa. Nel 1902 sposò Lucia Uzzi, da cui ebbe tre figli. A causa del suo comportamento violento, nel 1910 si concluse ogni rapporto con la propria famiglia. Da quel momento in poi, condusse una vita errabonda e viaggiò per l’intero continente americano. In questo periodo adottò lo stile di vita degli hobo, senzatetto girovaghi che sopravvivono grazie a lavori di manovalanza occasionali.
Solo nel 1920 si stabilì a Watts, un quartiere periferico e popolare di Los Angeles. Qui costruì l’opera che lo ha reso famoso: le Watts Towers (nome con cui vengono oggi ricordate, anche se R. le battezzò Nuestro Pueblo). Dal 1921 al 1954, nell’isolato 1757 della East 107 Street costruì le sue torri, grazie a materiali di scarto raccolti nel quartiere, a pochi utensili e al cemento che riusciva ad acquistare con i suoi risparmi da manovale. Con questa povertà di mezzi e senza impalcature, riuscì a raggiungere l’altezza di 30 m.
R. fu un uomo percepito come bislacco, da alcuni addirittura pazzo, che viveva in solitudine in un monolocale accanto alle sue torri. Analfabeta, nei suoi discorsi si lasciava andare a sermoni contro la corruzione della società americana, che gli diedero la fama di predicatore. Le sue parole facevano riferimento alla cultura italiana, che però conosceva in maniera confusa, errata e piuttosto ingenua.
Nel 1954, a opera conclusa, decise di vendere le sue torri a un vicino per 1.000 dollari. Si trasferì a Martinez, sempre in California, dove viveva la famiglia di sua sorella. Non rivide mai più le sue torri.
Le sue torri dopo alterne vicende furono restaurate e divennero un monumento riconosciuto dalla città di Los Angeles, apprezzato da numerosi artisti che riconobbero il genio di quest’uomo che non appartenne mai ai canali ufficiali dell’arte.
Morì il 16 luglio 1965.

Gerardo Iandoli

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