Pasquale Stanislao Mancini

Nacque a Castel Baronia il 17 marzo 1817, da Francesco Saverio, avvocato, e Maria Grazia Riola. Spesso dipinto come un enfant prodige, si iscrisse alla Facoltà giuridica napoletana nel 1832, a soli quindici anni. Ottenuta la licenza nel 1835, inaugurò una fortunatissima pratica forense, che affiancò a una prolifica attività di pubblicista, in cui espresse e difese posizioni liberali. Nel 1840 sposò Laura Beatrice Oliva, poetessa e scrittrice.
Diversi anni dopo (1847) fu chiamato come sostituto alla cattedra di Diritto naturale dell’Università (incarico revocatogli dopo il ’48).
La partecipazione di M. all’esperienza costituzionale del ’48 fu di primo piano; si deve a lui il testo della “Protesta del Parlamento napoletano”, scritta il 15 maggio. Costretto all’esilio (apr. 1849), si stabilì a Torino, dove ben presto si vide conferire – con r.d. 14 novembre 1850 – l’incarico alla cattedra di Diritto pubblico esterno e internazionale nella R. Università. In questo contesto si situa la notissima prolusione del 22 gennaio 1851 Della nazionalità come fondamento del diritto delle genti.
Fra il ’59 e il ’60 M. si trovò coinvolto nel processo di unificazione nazionale, con ruoli di responsabilità crescente. A Napoli perseguì, da responsabile per gli affari di giustizia, una decisa politica centralizzatrice.
Eletto alla Camera nel marzo 1860, M. vi sarebbe rimasto fino alla morte. Militò per lunghi anni nelle fila dell’opposizione, eccezion fatta per un rapidissimo passaggio da ministro della Pubblica istruzione nel governo Rattazzi (marzo 1862). Fu protagonista di iniziative anche eclatanti: ad es., la presentazione di un o.d.g. contro il governo Ricasoli, che provocò la caduta della compagine ministeriale nel febbraio 1867. Anni dopo, a seguito della presa di Roma, M. fu fra i protagonisti della discussione sulla legge delle Guarentigie, nella quale mirò a limitare le concessioni e le tutele apprestate in favore del pontefice e della Chiesa.
Nel 1873 fu eletto primo presidente dell’Institut de Droit International.
La caduta della Destra gli aprì le porte dell’esperienza governativa. Ministro della Giustizia nel primo e nel secondo gabinetto Depretis (marzo 1876 – marzo 1878), dopo alcuni anni fu chiamato, sempre da Depretis, a reggere il Ministero degli Esteri (maggio 1881 – giugno 1885).
La permanenza di M. agli Esteri rimane legata a due eventi: l’adesione dell’Italia alla Triplice Alleanza e l’acquisto dalla compagnia Rubattino della Baia di Assab con lo sbarco a Massaua. Di fronte al fallimento della sua originaria iniziativa e alla montante contrarietà dell’opinione nazionale, M. si dimise (29 giugno 1885).
Poco più di tre anni dopo egli moriva a Napoli, il 26 dicembre 1888.

Giulio Stolfi

IL CENTRO