Paolo Raffaele Trojano

Nacque a Sant’Angelo all’Esca il 25 gennaio 1863. Studiò materie letterarie, filosofiche e giuridiche all’Università di Napoli ove seguì le lezioni dei filosofi Bertrando Spaventa, Giacomo Barzellotti, Francesco Fiorentino e Filippo Masci. Ancora studente, con la memoria “L’animale politico” vinse nel 1883 il premio della Reale Accademia di Scienze Morali e Politiche di Napoli, della quale divenne poi socio. Dal 1889 professore al Liceo ginnasio Vittorio Emanuele II di Napoli, i suoi primi lavori furono dedicati sia alla filosofia morale sia alla sociologia o alla riflessione politica. Con il volume La ricostruzione dei partiti nella pubblica opinione (1892) ragionò sul tema della formazione di partiti ben organizzati e differenziati ideologicamente e sul tema della classe dirigente e con la “Rivista italiana di scienze sociali e politiche”, da lui fondata e diretta per un anno, si interessò, per l’appunto, a temi sociologici e politici.
Nel 1899 ottenne la libera docenza in Filosofia morale presso l’Università di Napoli e le sue pubblicazioni si concentrarono sempre più sui temi della filosofia morale. Nel 1902, vincendo il concorso, divenne professore straordinario di Filosofia morale presso l’Università di Torino e nel 1905 fu promosso ad ordinario. Proprio durante il periodo di insegnamento a Torino Trojano scrisse la sua opera più importante, considerata la sintesi del suo pensiero: La base dell’Umanesimo (1907). Il suo pensiero, una vera e propria “filosofia dell’umanesimo”, voleva mettere al centro dell’indagine filosofica l’uomo come individuo, considerando il sentimento come criterio determinante del valore morale. Proprio per il suo interesse nei confronti dell’uomo-individuo Trojano si interessò anche agli studi di pedagogia, collaborando con la “Rivista pedagogica” fondata da Luigi Credaro.
Morì a Torino il 9 giugno 1909.

Giulio Francisci

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