Matteo Renato Imbriani

Nacque a Pomigliano d’Arco (Napoli), il 24 novembre 1843, da Paolo Emilio e Carlotta Poerio, in una famiglia di patrioti risorgimentali originaria di Pietrastornina e di Roccabascerana. Educato agli studi classici in un collegio di Torino, dove si trovava con la famiglia in esilio, I. entrò al Collegio militare di Asti e, nel 1857, all’Accademia militare di Torino. Nel 1859 si arruolò volontario contro l’Austria e poi partecipò alle successive campagne risorgimentali e garibaldine. Dopo che Roma diventò capitale del Regno, si ritirò dalla vita militare per dedicarsi agli studi letterari e all’attività politica. Si sposò con Irene Scodnik. Convinto irredentista, fu tra i fondatori, nel 1877, dell’Associazione pro “Italia Irredenta”, di cui divenne segretario, che si proponeva di riunire all’Italia i territori ancora sotto la dominazione austriaca (Trento, Trieste e la Dalmazia).
Fondatore e direttore a Napoli del giornale “L’Italia degli Italiani”, I. si impegnò da pubblicista a diffondere gli ideali repubblicani, democratici e mazziniani. Aderì alla “Lega della democrazia” creata da Giuseppe Garibaldi e proseguì la sua attività propagandistica sulle pagine del giornale “Pro Patria” (fondato nel 1880), condannando duramente la firma della Triplice Alleanza (1882). Fermamente contrario alle campagne coloniali in Africa, negli anni dell’esecutivo di Crispi, continuò le sue battaglie politiche in Parlamento, dove fu eletto nel 1889 per la prima volta nel collegio di Bari II e dove rimase fino alla XXI legislatura; il suo impegno fu dedicato soprattutto allo sviluppo economico e sociale in campo agricolo del Mezzogiorno, in particolare della Puglia; fra l’altro presentò una proposta di legge sulla costruzione dell’Acquedotto pugliese (1890). Oratore apprezzato, dai banchi dell’opposizione tenne numerosi discorsi parlamentari con toni decisi, soprattutto contro le derive autoritarie del Governo Crispi che colpivano le libertà di espressione e di associazione.
Reso invalido da un ictus nel 1897, morì a San Martino Valle Caudina il 12 settembre 1901.

Matteo Stefanori

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