Carlo Muscetta
Nacque ad Avellino il 22 agosto 1912 da Angelo, commerciante, e da Amelia Recine, casalinga.
Compì i primi studi ad Avellino e si diplomò presso il liceo classico Pietro Colletta. Nel capoluogo irpino fu cruciale la frequentazione con Guido Dorso, di cui fu massimo diffusore della sua opera. Nel 1930 incontrò Benedetto Croce, che fu determinante per l’iniziazione alla critica e l’adesione allo storicismo.
Nel 1931 si iscrisse alla facoltà di Lettere a Napoli ma si laureò a Firenze nel 1934 con una tesi su De Sanctis e la Francia. A Firenze conobbe Luigi Russo, che lo accompagnò nel superamento dell’estetica crociana, e Leone Ginzburg, attraverso il quale collaborò con Einaudi.
Tra il 1935 e il 1939 insegnò nelle scuole, dapprima a Molfetta, poi a Bari e a Pescara.
Durante la Resistenza si adoperò in una concreta opposizione al regime, culminata nella fondazione de “L’Italia libera”, quotidiano clandestino del Partito d’Azione. Nel 1943 venne arrestato e rinchiuso nel carcere di Regina Coeli, da dove fuggì nell’aprile del 1944. Dopo la liberazione si iscrisse dapprima al Partito d’Azione e poi, dal 1947, al Pci. Il rapporto col Pci si interruppe dopo aver promosso e firmato il Manifesto dei 101, dove condannava l’invasione militare sovietica in Ungheria.
A partire dagli anni Sessanta si ritirò dalla vita politica attiva e si concentrò sullo studio e l’insegnamento. Dal 1963 insegnò all’Università di Catania, nel 1974 fu visiting professor alla Sorbonne di Parigi e dal 1977, sino al 1983, insegnò alla Sapienza di Roma. Nota e importante fu la sua produzione scientifica: accanto agli insuperati studi su Dorso e De Sanctis, dedicò pagine fondamentali, tra gli altri, a Belli, Ariosto, Leopardi, Boccaccio, Petrarca e Foscolo.
Assai rilevante fu la collaborazione di M. con i più importanti editori italiani, in particolare Einaudi ma anche Feltrinelli e Laterza. Direttore di numerose riviste e collane, il suo impegno fu sempre votato all’alta divulgazione e alla diffusione del pensiero meridionalistico.
Nel 1992 pubblicò un’autobiografia epistolare intitolata L’erranza. Memorie in forma di lettere, poi riedita nel 2009.
L’archivio e la biblioteca di M. sono oggi conservati, rispettivamente, presso l’Archivio storico capitolino di Roma e il Centro di ricerca Guido Dorso di Avellino.
Morì ad Aci Trezza (Catania) il 22 marzo 2004.
Enrico Pio Ardolino
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