Carlo Del Balzo

Nacque a San Martino Valle Caudina il 31 marzo 1853. Era il secondogenito del barone Francesco, noto patriota antiborbonico. Si cimentò in prima persona con il romanzo verista. Il suo disegno, quanto mai impegnativo e ambizioso, era quello di comporre un intero ciclo, – dal titolo complessivo di I deviati. Studi di costume contemporaneo –, sul modello della Comédie humaine di Balzac, con il quale intendeva fotografare con preciso e spietato verismo, non disgiunto spesso da spietato moralismo, la società borghese del suo tempo. Il primo romanzo di questo ciclo fu costituito da Le sorelle Damala (1886), nel quale analizzava “i deviati” dell’amore; con Dottori in medicina (1892) prendeva di mira l’ignoranza e l’affarismo della casta medica; con Gente di chiesa (1897) descriveva impietosamente gli abusi e le grettezze del mondo ecclesiastico meridionale, visto attraverso il microcosmo della sua San Martino; ambiente sul quale ritornerà, da altra prospettiva, con Gente nuova (1906). Particolare interesse riveste Eredità illegittime (1889), nel quale, sotto trasparenti pseudonimi, descriveva con pungente realismo lo svolgimento delle elezioni del 1886 in Irpinia. Il mondo politico-giornalistico, questa volta trasferito dalla provincia alla capitale, è invece impietosamente indagato con Le ostriche (1901). La stessa tematica ricorre in Soldati della penna (1908), l’ultimo romanzo del ciclo, nel cui protagonista – l’onorevole Santelmo, deputato e giornalista, implicato nel medesimo scandalo – è raffigurato Rocco De Zerbi.
Militante del Partito radicale e sostenitore all’interno dell’Estrema Sinistra delle posizioni di Cavallotti, fu eletto deputato, prima nel collegio di Mirabella Eclano nel 1897 e poi di Jesi nel 1900. Memorabili furono i suoi numerosi interventi parlamentari, specie nella battaglia dell’ostruzionismo parlamentare condotta dall’opposizione contro la svolta reazionaria del governo Pelloux (1899-1900).
Morì a San Martino Valle Caudina il 25 aprile 1908.

Vincenzo Barra

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