Achille Argentino

Nacque a Sant’Angelo dei Lombardi il 29 novembre 1821. Laureatosi in Ingegneria, svolse la professione di ingegnere civile a Potenza. Qui, nel 1847, costituì un gruppo di orientamento mazziniano che prese parte ai moti rivoluzionari del 1848. Lo stesso A. partecipò in prima persona ai combattimenti sulle barricate di Napoli, nella giornata del 15 maggio. Sopraggiunta la reazione si rifugiò in Basilicata, dove divenne uno dei membri più influenti della setta dell’“Unità d’Italia”.
Arrestato nel 1852, due anni dopo la Gran Corte speciale di Potenza lo riconobbe colpevole, condannandolo a 19 anni di carcere, poi ridotti a 13. La sua detenzione durò, tuttavia, fino al 1859, quando Ferdinando II commutò la pena in esilio perpetuo in America. Tuttavia la nave che doveva portare A. ed altri illustri condannati politici sul suolo americano, dopo un ammutinamento sbarcò in Irlanda; da qui egli discese a Londra e poi in Piemonte.
A Torino fu uno degli organizzatori della spedizione dei Mille, alla quale partecipò in prima persona, partendo il 5 maggio 1860 da Quarto alla volta di Marsala. Fu a capo dei servizi logistici, ma si distinse anche sul campo di battaglia, conseguendo il grado di luogotenente, quello di captano e, infine, quello di maggiore del Genio. Per la sua partecipazione alla spedizione garibaldina venne in seguito decorato del titolo di cavaliere dell’ordine militare di Savoia.
In seguito fu eletto al Parlamento nazionale, dove si interessò dei problemi della viabilità nelle province meridionali. Fece parte anche della Commissione di inchiesta parlamentare sul brigantaggio.
Conclusasi la sua carriera politica, divenne funzionario del Banco di Napoli, del quale diresse le succursali di Avellino, Caserta e Salerno. Di un certo rilievo fu anche la sua attività pubblicistica che culminò con la pubblicazione di un volume su Il secondo periodo del Risorgimento italiano, nel quale denunciava la corruzione del sistema politico italiano.
Morì a Nizza Monferrato nel 1903.

Ermanno Battista

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