Salvatore De Renzi

Nato a Paternopoli il 19 gennaio 1800, la sua educazione avvenne nella facoltà di Medicina dell’Università di Napoli. Nel 1821, non ancora laureato, venne assegnato all’ambulanza del generale Guglielmo Pepe, che si era messo alla testa dei moti costituzionali. Successivamente si laureò in Medicina e chirurgia e vinse il concorso per un posto di aiuto presso la clinica medica dell’Università di Napoli, ma fu destituito per motivi politici. Iniziò, quindi, l’attività professionale presso l’ospedale San Giuseppe e Santa Lucia, dove nel 1824 venne nominato istruttore dei ciechi. Nel 1826 iniziò a lavorare presso il Reale Istituto vaccinico, del quale sarebbe diventato socio e segretario perpetuo negli anni successivi, e, a partire dal 1827, prese parte a diverse campagne di vaccinazione. Nel corso degli anni Trenta, incoraggiato dal clima tollerante seguito alla salita al trono di Ferdinando II, ottenne importanti incarichi dal governo borbonico, non mancando mai di manifestare pubblicamente i suoi ideali politici. Ancora una volta furono proprio le sue convinzioni politiche a frenarlo nell’avanzamento della carriera: nel 1844, infatti, aveva partecipato, vincendolo, al concorso per la cattedra di Storia della medicina, a cui non riuscì mai ad accedere fino alla caduta del governo borbonico. Solo con l’Unità riuscì ad ottenere l’importante cattedra, ma il suo insegnamento effettivo durò poco, in quanto nel 1869, ormai malato, fu costretto a rinunciare all’insegnamento. Nel settembre di quell’anno tenne la presidenza del congresso internazionale di medicina svoltosi a Firenze. Fu questo il suo ultimo incarico pubblico.
Morì a Napoli il 25 febbraio 1872.

Ermanno Battista

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